Scoprire un bonsai nautrale, uno yamadori, durante una passeggiata in montagna, è una delle più belle esperienze per un bonsaista. Nella fretta gli appassionati un po’ meno esperti spesso possono fare errori nel raccogliere la pianta, errori che talvolta portano alla morte dell’esemplare che fino al giorno prima vegetava egregiamente.
Cosa fare con un bonsai in natura
Innanzitutto bisogna riconoscere con le dita quali sono le radici principali. Spesso le piante in natura producono una grande radice verticale che serve loro unicamente per ancorarsi al terreno.
Tale radice non è fondamentale ai fini della nutrizione della pianta, ma può’ provocare una grande ferita quando rimossa. La pianta andrà dunque raccolta almeno un paio di mesi dopo che si è operato il taglio della radice di ancoraggio.
Come rimuovere un bonsai in natura
Durante la rimozione del bonsai, ricordate di cercare di lasciare intatte il maggior numero di radici e radichette superficiali, assieme al loro pane di terriccio. Una volta raccolta la pianta, mettetela in un contenitore sufficientemente grande, con un ottimo drenaggio e lasciatela all’ombra.
A cosa prestare attenzione dopo la raccolta: come curarlo
Se vi sono fronde particolarmente vigorose nate nell’anno in corso rimuovetele al fine di limitare la disidratazione a cui la pianta sicuramente andrà in contro nei primi giorni. Più in generale cercate di diminuire il numero di foglie grandi immediatamente. Non preoccupatevi, le foglie rinasceranno quando il rinvaso avrà attecchito correttamente.
Nei mesi successivi alla raccolta, se vi è possibile, lasciate la pianta nella stessa zona climatica dove l’avete raccolta. Tipicamente gli yamadori, specialmente se di piante delicate, hanno bisogno di adattarsi alla vita in vaso per almeno 2-3 stagioni intere nel loro luogo d’origine prima di poter essere trasportate sul nostro terrazzo in città. Con i nostri consigli, potrete far crescere il vostro bonsai in modo rigoglioso.